A'Mmare
"Chi tene 'o mare
Cammina ca vocca salata
Chi tene 'o mare
'O sape ca è fesso e cuntento
Chi tene 'o mare 'o ssaje
Nun tene niente"
Cantava quel grande Uomo di Blues Neomelodico partenopeo, accompagnato dal dolce suono del Sax di James Senese. Il grande Lucio per tutta risposta, gli disse che era altrettanto "Profondo il Mare", mentre Plassom, piedi umidi e barba folta, era ancora li, a cercare di dipingerne il colore su quella tela bianca.
Il mare è cambiato. Insieme al continente africano è divenuto la grande discarica dell'umanità. Eppure ne abbiamo bisogno. La cura del mare è qualcosa che esiste dalla notte dei tempi e citato in svariati testi.. Noi esseri senzienti prendiamo da esso e gettiamo nel suo ventre buio, tutte le nostre nefandezze. Un giorno, ma di fatto sta già accadendo, la terra blu ci presenterà il suo piatto migliore. Queste immagini portano con se le mie speranze e le mie angosce, per un futuro in cui si riesca a non danneggiare ulteriormente il nostro habitat naturale, già gravemente contaminato dal''azione umana. Sto cercando di studiare il rapporto dell'uomo con l'elemento marino. Se da una parte, il mare preserva noi stessi nel curarci, nutrirci e/o ispirarci, dalla nostra, non ne mostriamo il benchè minimo rispetto.